lunedì 28 giugno 2010

cara Azza x prima cosa ringrazio Bianca e te x la spiegazione ampia che date x entrare nella pagina dei commenti, ma con me e' fiato perso, sapessi quanto ho lavorato x riuscire ad entrare nel tuo blog! Forse un giorno...
I tuoi proverbi fanno pensare, bene continua cosi'. Ho da qualche parte una semplice ma bella poesia sulla saggezza del silenzio, appena la trovo te la scrivo.
Il silenzio parla, ma siccome e' sincero ci inquieta. Parla soprattutto a noi stessi. Conobbi tempo fa una persona che stava dentro la sua casa senza televisione e senza musica, percepivo il rumore dei gesti quotidiani fatti in silenzio ritmicamente e apprezzai parecchio questa non necessita' di rumori. Io invece necessito sempre della musica quando sono a fare i miei mestieri e non mi e' facile vivere nel dolce silenzio, pero' voglio impegnarmi in questa saggia pratica. Il silenzio favorisce anche l'ascolto, l'ascolto di noi stessi, dei nostri dispiaceri, ma ci da calma e modo di trasformarli, ci fa ascoltare meglio la natura di cui ci e' stato fatto dono ma di cui non ci accorgiamo piu' frastornati come siamo dai rumori e ci rende piu' facile l'ascolto verso gli altri. Tutto questo oggi sembrerebbe un optional ed invece sono le cose essenziali alla vita...

A proposito di c'era una volta, tu sai che io non tornerei indietro, a meno che non fosse solo x un giorno x riavere il mio Simone piccino, ma spesso vado a ricercare ricordi piacevoli ed ora mi ricordo il mio primo albero di natale. E' il mio primo ricordo, mio padre mi prese in braccio e mi porto' in salotto dove si usava fare l'albero, allora si facevano di ginepro grandi grandi e si illuminavano con le candeline e quando lo vidi con tutto lo stupore di cui ero capace feci oooh. Proprio come dice il ritornello di una canzoncina, quando i bambini fanno oooh, che meraviglia ed io vorrei ancora meravigliarmi proprio come quando ero bambina. Peccato che anche i bambini diventano grandi e perdono lo stupore verso la vita, si peccato.

domenica 27 giugno 2010

I proverbi della settimana.

L'uomo non vive di solo pane, ma Chi vuol parlare, ci deve ben pensare.
Percé Mai nocque il tacere, ma l'aver parlato. e Chi parla di rado, è stimato
E quindi Parla poco e ascolta assai, e non fallirai mai. Ma sarà vero che Le parole sono femmine, e i fatti sono maschi?
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La mia amica Simonetta continua a mandarmi i suoi commenti con delle mail, questa settimana scrive: "leggo del tuo blog, sei arrivata al 22 di giugno e stop? Commenti poi non ne vedo piu', neppure quello di Bianca, boh. Ora ti dico quanto mi abbia fatto riflettere quel proverbio da te citato. Adoro i vecchi popolari proverbi c'e' dentro tanta saggezza e verita'. Inoltre questo proverbio e' in sintonia con quanto Gesu' ci ha detto, nemmeno una foglia, nemmeno un capello cade senza che Dio lo permetta. In effetti quando ci sentiamo sopraffatti dai rimpianti o magari anche dai sensi di colpa, dai forse se avessi ...non ci resta che consegnarci alla volonta' di Dio, a cio' che questo caro proverbio ci insegna, se Dio non avesse voluto permettere cio' non sarebbe accaduto...accettiamo il progetto di Dio anche se x noi e' imperscrutabile, dal divino siamo venuti ed al divino dobbiamo tornare in quale modo?...beh, non si muove foglia che il ciel non voglia!
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Precisazione: dopo aver creato il blog mi sono accorta che, sarebbe stato difficile ricevere dei commenti per vari motivi, soprattutto per la difficoltà tecnica ovvero riuscire ad inserire un commento sul blog. Per superare questa difficoltà riporto qui le spiegazioni di Bianca scritte sul suo blog: "triocontinua":" Cliccate sul link commenti( se qualcuno ne ha già inseriti apparirà anche il numero dei commenti presenti), quindi scrivete il testo nell'apposito spazio, scegliete un profilo dall'elenco che trovate sotto . Se avete un account gmail potete inserire quello, altrimenti scegliete anonimo. Ricordate che scegliendo anonimo non comparirà il vostro nome quindi dovrete firmare il vostro commento per farvi riconoscere. Cliccate sul pulsante posta commento, appariranno delle lettere colorate, inseritele nello spazio sottostante e cliccate su pubblica commento".
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C'era una volta:
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C'era una volta: mi piace sentire questo inizio di frase perché dopo il quale si raccontano le favole, forse ho ancora bisogno di sentire favole raccontate per l'ennesima volta e provare lo stesso stupore innocente dei bambini meravigliati. Mi piace molto questo inizio di frase e vorrei usarlo come una dolce guida che mi porta indietro nel tempo per ascoltare una storia vissuta tanti anni fa o una fiaba, anche, inventata...
Alla prossima settimana, se Iddio vuole.
E buona serata.

domenica 20 giugno 2010

Il proverbio della settimana.

Gggi, ho avuto tanto da fare e mi rimane il tempo, soltanto, per scrivere il proverbio della settimana:




'Non muove foglia che Dio non voglia'

giovedì 17 giugno 2010

Il primo commento



Dopo avere pubblicato l'inserto del giovedì 3 giugno, ho ricevuto questa mail da una mia amica in cui dice:"ho letto il tuo blog non so se tutto, erano poche righe con il commento di Bianca ed ho tentato di scrivere il mio ma e' stato un vero disastro e non ne capisco il motivo, x cui il mio commento te lo scrivo ora.
E' una grande idea scrivere questa esperienza e volerla condividere con coloro che come te hanno emigrato, ma soprattutto dovresti rivolgerti a coloro che non avendo avuto o sentito questa necessita' non la condividono fino in fondo. Devi trovare il modo di dare nuovi occhi a coloro che non accettano che il mondo e' un'immensa piazza dove la razza umana si riunisce x condividere gioie e dolori, x trasformare le differenze in opportunita' di conoscenza e ricchezza interiore. Mi viene in mente un piccolo rito Sufi dove anch'io ho partecipato. Adoro i Sufi ed a Londra ne ho visti qualcuno, o almeno cosi' mi parevano xche' vestiti di bianco. Allora dicevo, tutti ci prendiamo x la mano mettendoci in cerchio e poi uno ad uno reciprocamente ci guardiamo e ci diciamo Insieme a te. Tutti siamo uno, non lo trovi veritiero anche tu? Un bacio

sabato 12 giugno 2010

Le prime parole difficili




Buon giorno, صباح الخير
Mi ricordo quando arrivai in Italia per la prima volta, fra le tante difficoltà che dovetti affrontare fu quella di dover comunicare con il mondo esterno, solo, in italiano. Avevo studiato la lingua italiana per una anno intero, prima di partire dall'Egitto, nella speranza di superare un esame serio come condizione per frequentare (in Italia) il corso di specializzazione scelto. Ma in Italia, nonostante l'attestato ottenuto con risultati lusinghieri, riuscivo a capire e pronunciare solo buon giorno, buona sera e massimo arrivavo a buona notte… Il dizionario mi fu di grande aiuto e mi sono rimaste impresse nella mente le prime parole difficili: sciopero, mostro, su e giù ognuna delle quali ha una storia da raccontare. Fu, anche, un'impresa non facile riuscire a decifrare l'ora esatta: 20:00, 23:00, 24:00…
Ora devo andare vi saluto, continuerò dopo,

giovedì 3 giugno 2010

Primo Post




Buongiorno a tutti, ho appena creato questo blog come un salotto in cui donne immigrate (immigrazione permanente o momentanea in qualsiasi parte del mondo) raccontano le loro esperienze vissute.

Inoltre, chiunque abbia qualcosa da dire sulle condizioni delle donne immigrate, potrà scriverci, anche, in Arabo e in Inglese.
Vi auguro buona giornata.